Osservando i miei sogni di questo periodo ed ascoltando quelli di pazienti ed amici ho pensato che potrebbe essere un'opportunità unica poter raccogliere le esperienze oniriche di questo periodo. In frangenti come questo in cui la realtà esterna irrompe preponderante e si fa incomprensibile, i nostri tentativi di darle uno senso sono tutti vanificati. Considerando il tutto da un'altra prospettiva, come quella della psicologia analitica, si potrebbe provare a decifrare i messaggi, di quello che Jung chiamerebbe Inconscio Collettivo, attraverso i nostri sogni. E' esperienza comune che in queste settimane si facciano sogni con tematiche strane o ambientazioni inusuali: Il motivo è che non è il nostro inconscio che ci parla, ma è qualcosa di più collettivo che dialoga con l'umanità.
La suggestione è di mettere insieme i nostri sogni più particolari e provare a definire insieme l'immagine di questo nuovo mosaico o mandala collettivo.
Davide Casalini
Ecco un sogno in tempi di Coronavirus.
Sono nella mia casa, che anche nel sogno corrisponde esattamente alla mia casa nella realtà. A un certo punto mi accorgo che dal piano di sotto c’è qualcuno che sta entrando in casa mia. Qualcuno che lavorando al piano di sotto ha forato il pavimento e si è affacciato in casa mia. Mi sembra che si tratti di tre uomini, che operano in punti diversi della casa. Uno biondo, con gli occhi chiari, il primo che vedo, spunta dal pavimento del balcone, il secondo, questo bruno mi pare, spunta dal pavimento sotto una nicchia che dà sull’altro balcone. Deve esserci un terzo uomo, non individuo esattamente il punto in cui affiora, forse vicino alla porta di ingresso.
Io sono in preda alla rabbia perché stanno portando delle cose dalla casa di sotto nella mia. Casa mia è luminosa, chiara, ariosa e pulita, la casa di sotto – questa ovviamente non corrisponde all’appartamento dei miei vicini di sotto - è buia, con mobili scuri, polverosa, forse con delle ragnatele, sembra una sacrestia, piena di cose vecchie, messe lì da chissà quanto tempo. E’ vera furia, perché stanno portando quelle cose nella mia casa senza chiedere il mio permesso, stanno invadendo il mio spazio, insomma come osano fare questo senza chiedermi? E’ il fatto che non mi abbiano chiesto che mi manda fuori di testa. Urlo, sono in preda a una crisi di nervi. Mi viene persino in mente di rivolgermi all’amministratore, anche se forse capisco che non serve. Loro, i tre uomini, non sono malintenzionati nei miei confronti, stanno semplicemente lavorando. Quello biondo è un po’ strafottente, quello bruno invece forse mi spiega che sta semplicemente lavorando. Tra le altre cose che invadono la mia casa deve aver appena portato su un vassoio, di quelli vecchi, di una volta, forse di peltro con su vari oggetti che non ricordo, tra cui un angioletto di terracotta. Io per la rabbia voglio prendere tutto e scaraventare giù sotto tutto quanto, prendo l’angioletto in mano, ma poi mi fermo: non si scaraventa giù un angioletto, è una cosa sacra.
Nella realtà posseggo davvero un angioletto di terracotta – anche se diverso e più piccolo di quello sognato, che pensavo di aver perso e ho ritrovato da poco tempo. Ha inciso sopra il mio nome.
Mi sa che ho fatto bene a non scaraventarlo giù….
I sogni in questo periodo sono incerti:incerti i paesaggi che ci circondano, le strade che si percorrono,persino le persone che popolano le nostre notti.